namchabawa
01 June 2011
 

(regione autonoma del tibet)

due opere in tibet
La natura come spettacolo:
un centro di orientamento e un giardino

standardarchitecture

Tibet, terra fragile
Francesca Chiorino

I progetti di standardarchitecture, che presentiamo in queste pagine, rivestono un ruolo particolare all'interno della rassegna che prende in considerazione alcune opere recenti in territorio cinese.

I due interventi si collocano infatti ai piedi del Namchabawa, una montagna di 7.782 metri s.l.m., nei pressi del Yalutsangpu, il fiume che scorre a quota più alta al mondo. Questi estremi certamente particolari sono di interesse relativo se confrontati con un dato geopolitico assai significativo: il centro visitatori e il giardino di meditazione di Namchabawa si trovano entrambi nell'area sud-orientale delta regione autonoma del Tibet. Prendere atto della costruzione di un progetto di architettura contemporanea, collocato a qualche centinaio di chilometri da Lhasa, ad opera di un gruppo di architetti di Pechino, implica una riflessione su quanto è accaduto negli ultimi cinquant'anni in questi luoghi.

«Sfortunatamente le tensioni che ebbero inizio in Tibet intorno al 1956 si intensificarono fino a sfociare nell'insurrezione non violenta del 10 marzo 1959 a Lhasa e la mia definitiva fuga in esilio. [...] I numerosi sviluppi positive che hanno comunque avuto luogo in Tibet sotto il governo cinese sono stati oscurati dall'immensa sofferenza e distruzione provocate in tutto il Paese», queste parole del XIV Dalai Lama del Tibet, Tenzin Gyatso, premio Nobel per la pace nel 1989, condensano efficacemente la storia recente di questa nazione.

Non è questa la sede per dibattere dell'annosa questione tibetana;utile invece potrebbe essere delineare alcune delle motivazioni che hanno fatto sì che il Tibet sia stato nei secoli una nazione contesa. Rappresenta un quarto dell'estensione della Cina, è dunque una regione vastissima che vanta una posizione strategica tra Cina e India, è ricco di metalli e, grazie alle nevi delle sue alte vette, è un immenso bacino idrico.

Questi dati, uniti alla ritrosia della popolazione - molto devota e legata alle tradizioni- verso il cambiamento e il progresso hanno reso i rapporti con la vicina Cina complessi. Difficile sarebbe stato immaginare gli interventi pubblicati in queste pagine senza i servizi che la Cina ha garantito e che hanno influito sullo sviluppo a volte forzato della regione tibetana, di cui l'impressionante costruzione dei 4.200 chilometri di linea ferroviaria pressurizzata che collega Pechino a Lhasa, arrivando a valicare passi a cinquemila metri di altitudine, rappresenta forse l' apice.

Standardarchitecture viene fondato nel 2001 da Zhang Ke e raggruppa progettisti con formazioni diverse a cavallo tra Cina, Europa e Stati Uniti (gli altri soci sono Zhang Hong e Claudia Taborda). Ha al suo attivo alcuni edifici pubblici, tra cui la base di approdo sul Yalutsangpu, ancora una volta in Tibet, che è valso allo studio di Pechino il primo riconoscimento internazionale per la capacità di coniugare attenzione alla topografia, spazi contemporanei e materiali locali. Il centro visitatori di Namchabawa è situato lungo la strada che porta al villaggio di Zhibai, in fondo al canyon del Yalutsangpu e risolve il tema dell'edificio pubblico in un contesto paesaggistico di grande pregio, facendo uso di materiali e manodopera autoctoni e assicurando un impatto molto sobrio dei volumi.

L'edificio si sviluppa su 1.500 mq e ospita al suo interno un programma complesso destinato sia agli escursionisti, sia alla cittadinanza che offre reception, punto di informazioni, accesso a internet, infermeria, deposito bagagli, uffici per le guide, sale per incontri e una cisterna per la riserva d'acqua. A ovest l'edificio si presenta privo di aperture, perfettamente assimilabile a una serie di muri mani (mani significa pietra o anche pietra preziosa), diffuse costruzioni che i tibetani innalzano per rendere omaggio al Buddha. L'intero volume è una struttura mista che coniuga il calcestruzzo con i muri di pietra della tradizione locale, in un costante sforzo di equilibrio tra innovazione degli spazi e permanenza di alcune caratteristiche tipologiche o costruttive. Gli interni dell'edificio restituiscono efficacemente la composizione esterna che giustappone parallelepipedi di dimensioni diverse. I servizi di collegamento verticale o i locali accessory trovano spazio nei setti più stretti, mentre i locali di esposizione sono ospitati in aree più ample in cui la luce proviene dall'alto, creando un piacevole contrasto tra i muri scuri in pietra e il bianco dei soffitti, quasi a riprodurre una costante cromatica di queste regioni in cui, salendo di quota, la neve prende il posto delle pareti rocciose. Non lontano dal centro visitatori, vicino alle gole del Yalutsangpu, sorge un secondo composto progetto di standardarchitecture per il giardino di meditazione di Namchabawa.

In questo piccolo gioiello di ordine, la concentrazione è garantita dalla rarefazione e limpidezza dell'aria. La vista è sollecitata a posarsi alternativamente sulla distesa di ghiaia bianca, sugli enormi massi preesistenti, sulla cima del monte Namchabawa o sull'antico e robusto gelso, vecchio di milletrecento anni, testimone silenzioso delle alterne sorti e della conturbante e fragile bellezza di questo paese d'eccezione.  

PROGETTO:standardarchitecture
PROGETTISTI:Zhang Ke, Zhang Hong, Hou Zhenghua, Claudia Taborda, Huang Di, Chen Ling
COMMITTENTE:Tibet Tourism Co.Ltd.
LOCALIZZAZIONE:Niding Village, Linzhi, regione autonoma del Tibet, Cina
CRONOLOGIA
2007-08:progetto 
2008:costruzione
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