The last days of old beijing
01 May 2014
Zhang Ke
Standardarchitecture
Francesca Chiorino
Gli Hutong, che ancora compongono parte del tessuto edilizio storico della città di Pechino, rischiano ogni giorno di essere demoliti per aumentare la superficie edificabile, oppure di essere oggetto di restauri che si limitano a riprodurre le decorazioni senza nessun tipo di attualizzazione distributiva. L'Hutong è stato il modello tradizionale di espan-sione residenziale della città di Pechino fino al XX secolo e indicava in origine la stretta strada che tiene unite le siheyuan, le tradizionali case a corte, e nel tempo, per estensione, la parola designa l'intero quartiere composto di case e vie.
Gli Hutong significano identità e socializzazione, storia e presente, vite e genealogie: si tratta di un patrimonio storico-sociale difficile da mantenere intatto e al tempo stesso di un prezioso strumento di indagine storica. La trama di strette vie contrassegnate dal grigio del mattoni e dal rosso delle porte di case basse che si aprono -in alcuni casi- su giardini inaspettati, si estende da est a ovest per un'ampia superficie urbana, che risulta di difficile penetrazione al traffico automobilistico e dunque anche di complessa gestione amministrativa. Poiché la tendenza in atto tra i residenti è quella di lasciare l'Hutong per trasferirsi in quartieri di nuova costruzione, il progetto per il Micro Hutong di standardarchitecture cerca di far comprendere le potenzialità insite all'interno di questo spazio di piccole dimensioni che ha però delle forti interazioni con l'esterno e dunque, in qualche modo, risulta molto più ampio delle sue dimensioni reali. I cittadini che scappano dalla tradizionale casa a corte spesso non trovano negli enormi complessi residenziali di nuova costruzione quella stessa qualità di vita sociale e di relazione che nell'Hutong è del tutto naturale e insita nella sua composizione architettonica. Il progetto di standardarchitecture si fonda su uno studio attento dell'essenza spaziale dell'unità residenziale a patio, della permeabilità alla città e della capacità di creare fitte interazioni con l'intorno del quartiere, attraverso un uso pubblico/privato della corte interna che normalmente ne compone la struttura. Un processo di rivitalizzazione urbana, dunque, che mira a esplorare tutto il potenziale della tipologia a corte come generatrice di spazi comuni e come catalizzatore di socialità.
Il Micro Hutong si compone di alcuni elementi architettonici originali che dialogano con una parte completamente nuova, fatto che permette di identificare l'intervento come una sorta di ricucitura che cerca di avvicinare il più possibile lo strappo che si è venuto a creare nella città di Pechino tra conservazione estrema e super innovazione. Lo spirito che ha animato standardarchitecture nel mettere a punto questo progetto, la convinzione di poter dare un contributo a un problema urgente e dal significato profondamente storico e sociale, accomuna lo studio a quello di un altro progettista cinese, Li Xiaodong, che negli ultimi anni ha sviluppato diversi progetti, di piccola scala, che hanno però l'ambizione di avere dei risvolti molto più ampi (in «Casabella» n. 796, dicembre 2010 e «Casabella» n. 814, giugno 2012 sono pubblicati i progetti di Li Xiadong per una piccola scuola vicino a un'antica Toulou e per una biblioteca a servizio di un piccolo villaggio). In questa ottica, un piccolissimo spazio abitativo di trenta metri quadrati come quello del Micro Hutong diventa simbolo di un'intera questione urbana e funge dunque da scintilla che può far scaturire altre energie per la rivitalizzazione della città. Standardarchitecture ha ugualmente lavorato in questa stessa direzione con i progetti per un terminal traghetti sul fiume Yalutsangpu e per il centro visitatori a Namchabawa, entrambi in Tibet. Le facciate di questi edifici sono costruite con la pietra locale e con tecniche costruttive autoctone a creare spazi attuali e, al tempo stesso, pregni delle tradizioni e del fascino paesaggistico e culturale della regione tibetana. Allo stesso modo il Micro Hutong, pur nella sua superficie minima, dà un contributo fondamentale proprio alla riflessione sull'identità locale. il piccolo complesso residenziale si palesa alla città attraverso un ingresso metallico in appoggio sul basamento in laterizio che, pur facendo uso di un linguaggio poco appariscente e delicato, lascia però presagire che qualche cosa di anomalo si consuma all'interno di questo spazio, solo apparentemente tradizionale. In effetti anche la facciata nasconde, dietro un fittizio disordine e un incoerente uso di materiali diversi, uno studio attento che mira a fare del rivestimento esterno una composizione equilibrata di doghe lignee e lamiera metallica di differenti colori che si mimetizzano perfettamente nell'intorno urbano. I volumi in legno che contraddistinguono così fortemente la composizione del Micro Hutong quasi non si scorgono dalla via, in quanta risultano più arretrati. L'ingresso conduce poi a un primo ambiente che conserva parte delle strutture lignee originali; in particolare, lo sguardo del visitatore è sollecitato da una nodosa colonna lignea posta al centro del passaggio che conduce al patio, colonna che riporta alla memoria un elemento architettonico evocativo ricorrente nelle case da tè giapponesi noto come nakabashira. La colonna segna il passaggio tra lo spazio semipubblico della prima stanza che ospita funzioni legate al consumo dei pasti e alla conversazione, con la parte più intima del complesso in cui sono collocate le camere. Al tempo stesso, la colonna segna anche il passaggio dall'area più legata alla tradizione che conserva alcuni elementi dell'Hutong, con la parte nuova volutamente trattata prevalentemente con legno e vetro, materiale, quest'ultimo, che trasmette un senso di transitorietà in opposizione alla parte basamentale in laterizio, dal carattere permanente. I volumi lignei che si innestano nella struttura godono di inclinazioni diverse, come cannocchiali che da un lato si proiettano verso la città e dall'altra puntano al piccolo patio centrale che è il nodo del complesso attorno al quale ruota ogni elemento della composizione. Fino a che esisterà un Hutong e fino a che architetti attenti al proprio patrimonio culturale sapranno gridarne al mondo l'attualità sociale e la bellezza compositiva, la vecchia Pechino sarà al sicuro dalla bulimia costruttiva che la circonda.
Datidel Progetto
Progetto
Zhang Ke
standardarchitecture
Progttisti
Zhang Ke,Zhang Mingming, Margret Domko, Dai Haifei, Ao lkegami
Committente
Camerich
Dati Dimensionali
30 mq superficie
complessiva
Cronologia
2012: progetto
2013: realizzazione
Localizzazione
YangMeiZhu Xie Street, Dashilar, Pechino, Cina